Il compito di rendere la Couture accessibile è molto sentito, ma rischia di essere una lotta vana. Demna ci tenta, con l’introduzione di alcune discontinuità ma facendo una collezione che più Cristobal Balenciaga non si può. Demna, però, ha il senso del suo tempo. E ci riesce benissimo a spostare la temporalità dal passato all’oggi. Si parte con un abito lungo e nero punteggiato da un lungo filo doppio di perle bianche che percorre la moquette beige dei saloni (è come quello originale indossato da Danielle Slavik, la modella preferita di Cristobal fra il 1964 e il 1968). E poi arrivano i tailleur con le giacche dallo scollo a cratere, lo stesso che hanno i robe manteaux che si aprono sul seno come i cartocci dei fiori. E ancora un abito nero luccicante mentre ritorna Casta Diva sul finale in rosso è un tema di stagione: la Couture chiude in rosso, ma anche con il rosa, l’oro e l’argento addosso a Eva Herzigova nelle forme della volumetria più tradizionale della Haute Couture, il gran finale, sempre con Casta Diva, è affidato a un’armatura metallica alla Jeanne d’Arc in cui i pantaloni sono stati sostituiti da un’enorme gonna plissé a campana.
Un Bacio Fatato
Vi aspetto al mio prossimo piccolo incantesimo
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