La collezione Christian Dior Haute Couture primavera estate 2024 di Maria Grazia Chiuri è una conversazione stretta fra creatività, tessuto e tecnica di atelier per ottenere vestiti che negano l’idea di riproducibilità. Il moiré in seta, antico e usato dalle corti, per comunicare l’ufficialità cerimoniale del potere. Chiuri lo smitizza conservandone l’aspetto e lo mischia con un tessuto in cotone e seta che lo porta a vivere nel presente. Poi prende come archetipo un vestito che Christian Dior ha presentato nel 1952, La Cigale, che oltre a essere realizzato in moiré ha una costruzione scultorea, e lo trasforma nel fragile confine tra l’arte e la vita che è l’atelier della Couture. Ecco perché sperimenta qualcosa che Monsieur non aveva mai fatto con questo tessuto la giacca. E anche qui è un processo di alleggerimento che deve portare alla funzionalità dei vestiti. È quindi anche la continua e costante ricerca della compatibilità di una irriproducibilà compatibile con il presente in cui tutto è riproducibile e copiabile che spinge Chiuri a un’applicazione così precisa delle tecniche e dei materiali, fino a trasformare una collezione di Haute Couture in un riassunto sullo stato delle cose della moda. Lo si vede molto bene nei vestiti che aprono lo show: in tessuto di cotone e nel colore classico del trench c’è una possibilità di aperture verso il moiré, i ricami, all’abito in pizzo con ricami e pietre che si compone con un solo taglio di tessuto e senza cuciture “così il disegno del ricamo non si interrompe.
Un Bacio Fatato
Vi aspetto al mio prossimo piccolo incantesimo
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