ROMA - Notte di paura nelle tendopoli allestite in Emilia Romagna per il tremendo terremoto che ha colpito il Nord est nella notte tra sabato e domenica scorsa. In tanti hanno dormito in macchina e nei parcheggi dei supermercati. Salgono intanto a 4mila gli sfollati.
Notte di paura per gli sfollati. Il maltempo e le temperature che a Modena e a Ferrara sono scese fino a 12 gradi non hanno aiutato gli sfollati e non aiuteranno gli uomini della Protezione civile, i Carabinieri, i vigili del fuoco e le altre forze dell'ordine che si stanno occupando incessantemente di mettere in sicurezza i cittadini nelle aree più colpite, allestendo tende, cucine da campo e punti di accoglienza.
Tra i paesi più in difficoltà ci sono Sant'Agostino, nel ferrarese, e Finale Emilia, piccolo Comune modenese il cui centro storico è stato letteralmente raso al suolo. Ma in tutta la campagna emiliana gli edifici più vecchi si sono sbriciolati, trasformandosi in cumuli di mattoni. La priorità ora è offrire un riparo, cibo, acqua e assistenza ai circa 3 mila sfollati che non possono tornare nelle loro abitazioni perchè crollate o dichiarate inagibili. Secondo i primi calcoli almeno 900 le persone che stanotte hanno dormito fuori casa.
Messi a disposizione tre alberghi. Circa 400 le persone residenti in alcuni comuni della Bassa modenese che hanno dormito in tre alberghi di Modena, grazie alla solidarietà e alla collaborazione della Feralberghi modenese. Molti quelli che nelle città hanno dormito in auto per strada, mossi anche dalla paura rinnovata dal cosiddetto sciame di assestamento.
Aiuti da tutte le regioni. «Nei comuni più colpiti, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Cavezzo e Camposanto, tutti in provincia di Modena, siamo intorno alle 4mila richieste di aiuto. Noi stiamo allestendo, in collaborazione con i primi aiuti che giungono dalle altre Regioni, circa 3mila posti letto in tende riscaldate, con servizi igienici e cucine, integrati con l'allestimento di altri centri d'accoglienza in strutture fisse» afferma al Messaggero il capo della Protezione civile in Emilia Romagna illustrando la situzione di emergenza della zona terremotata.
Hanno paura. Pochissimi hanno dormito nelle proprie case la scorsa notte a Finale Emilia, la cittadina in provincia di Modena dove poco più di 24 ore fa la terra ha tremato e ancora continua a farlo. È qui l'epicentro del sisma che ha scosso e continua a scuotere il Nord-Est.
I parchi, le aree pubbliche, le piazze sono spazi aperti dove le automobili sono diventate camera da letto, cuccia, riparo. Riuscire a prendere sonno è stato doloroso. «Come si fa a dormire mentre succede tutto questo», dicono i più. In paese, e per un raggio di circa 20 km, è tutto chiuso. Cenare è stato arduo per chi non ha voluto rimettere piede in casa. Qualche pizzeria ha fatto gli straordinari col take away. Qualche ristorante non ha potuto servire da mangiare perchè il personale ha preferito starsene alla larga da tetti e mura.
Nel palasport tensione quando, intorno alle tre, sono state avvertite nuove scosse. Qui sono stati smistati i senza-tetto che hanno anche bisogno di assistenza personale: anziani soprattutto, ma anche tanti immigrati. Intorno alle quattro qualcuno ha cominciato ad avvertire freddo, forse anche per la stanchezza. Tutti hanno continuato a chiedersi il perchè : «Qui non è mai successa una cosa del genere». Una dottoressa ha trascorso la notte rassicurando e parlando con tutti; una ragazzina con il suo cagnolino bianco ha atteso fino all'alba la mamma in turno da volontaria. Ah, i volontari. Un esercito silenzioso. Tutti hanno avuto paura nella notte tra sabato e domenica scorsa. Anche loro, ma non sono bastate cento e più scosse per fermarli. Riescono anche a sorridere versando l'ennesimo caffè caldo, tra un tremore della terra e l'altro.
Per quanto riguarda gli sfollati, «ai 4mila del Modenese - spiega - se ne aggiungono altri 350-400 della provincia di Ferrara, nei Comuni di Bondeno, San'Agostino e Mirabello. Questi sono già assistiti». In concreto, la prima notte in tenda, fa sapere Egidi, la passeranno «tre-quattro mila persone». Sul decreto di riforma della Protezione civile che afferma tra l'altro che in caso di catastrofi naturali non sarà più lo stato a pagare i danni ai cittadini, Egidi preferisce non commentare: «Il problema è delle istituzioni» ma aggiunge «certo, qui i danni sono enormi».
Ambulatorio pediatrico. La Croce Rossa italiana di Finale Emilia ha allestito un ambulatorio pediatrico per venire incontro alle esigenze delle decine e decine di mamme con bambini piccoli ospitati nelle varie tendopoli e nei centri di accoglienza allestiti in paese. L'ambulatorio è allestito nella struttura dove è stato insediato il comitato di gestione dell'emergenza presso la sede della Protezione civile e del Comando dei vigili del fuoco di Finale. «A parte il maltempo, la situazione si sta lentamente normalizzando - fanno sapere dalla Croce Rossa -. Durante la scorsa notte non abbiamo effettuato alcuno sgombero di persone, ma soltanto trasferimenti negli ospedali del territorio di sfollati colti da leggero malore, di invalidi con difficoltà a restare all'interno dei centri di accoglienza e di anziani con problemi cronici
Notte di paura per gli sfollati. Il maltempo e le temperature che a Modena e a Ferrara sono scese fino a 12 gradi non hanno aiutato gli sfollati e non aiuteranno gli uomini della Protezione civile, i Carabinieri, i vigili del fuoco e le altre forze dell'ordine che si stanno occupando incessantemente di mettere in sicurezza i cittadini nelle aree più colpite, allestendo tende, cucine da campo e punti di accoglienza.
Tra i paesi più in difficoltà ci sono Sant'Agostino, nel ferrarese, e Finale Emilia, piccolo Comune modenese il cui centro storico è stato letteralmente raso al suolo. Ma in tutta la campagna emiliana gli edifici più vecchi si sono sbriciolati, trasformandosi in cumuli di mattoni. La priorità ora è offrire un riparo, cibo, acqua e assistenza ai circa 3 mila sfollati che non possono tornare nelle loro abitazioni perchè crollate o dichiarate inagibili. Secondo i primi calcoli almeno 900 le persone che stanotte hanno dormito fuori casa.
Messi a disposizione tre alberghi. Circa 400 le persone residenti in alcuni comuni della Bassa modenese che hanno dormito in tre alberghi di Modena, grazie alla solidarietà e alla collaborazione della Feralberghi modenese. Molti quelli che nelle città hanno dormito in auto per strada, mossi anche dalla paura rinnovata dal cosiddetto sciame di assestamento.
Aiuti da tutte le regioni. «Nei comuni più colpiti, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Cavezzo e Camposanto, tutti in provincia di Modena, siamo intorno alle 4mila richieste di aiuto. Noi stiamo allestendo, in collaborazione con i primi aiuti che giungono dalle altre Regioni, circa 3mila posti letto in tende riscaldate, con servizi igienici e cucine, integrati con l'allestimento di altri centri d'accoglienza in strutture fisse» afferma al Messaggero il capo della Protezione civile in Emilia Romagna illustrando la situzione di emergenza della zona terremotata.
Hanno paura. Pochissimi hanno dormito nelle proprie case la scorsa notte a Finale Emilia, la cittadina in provincia di Modena dove poco più di 24 ore fa la terra ha tremato e ancora continua a farlo. È qui l'epicentro del sisma che ha scosso e continua a scuotere il Nord-Est.
I parchi, le aree pubbliche, le piazze sono spazi aperti dove le automobili sono diventate camera da letto, cuccia, riparo. Riuscire a prendere sonno è stato doloroso. «Come si fa a dormire mentre succede tutto questo», dicono i più. In paese, e per un raggio di circa 20 km, è tutto chiuso. Cenare è stato arduo per chi non ha voluto rimettere piede in casa. Qualche pizzeria ha fatto gli straordinari col take away. Qualche ristorante non ha potuto servire da mangiare perchè il personale ha preferito starsene alla larga da tetti e mura.
Nel palasport tensione quando, intorno alle tre, sono state avvertite nuove scosse. Qui sono stati smistati i senza-tetto che hanno anche bisogno di assistenza personale: anziani soprattutto, ma anche tanti immigrati. Intorno alle quattro qualcuno ha cominciato ad avvertire freddo, forse anche per la stanchezza. Tutti hanno continuato a chiedersi il perchè : «Qui non è mai successa una cosa del genere». Una dottoressa ha trascorso la notte rassicurando e parlando con tutti; una ragazzina con il suo cagnolino bianco ha atteso fino all'alba la mamma in turno da volontaria. Ah, i volontari. Un esercito silenzioso. Tutti hanno avuto paura nella notte tra sabato e domenica scorsa. Anche loro, ma non sono bastate cento e più scosse per fermarli. Riescono anche a sorridere versando l'ennesimo caffè caldo, tra un tremore della terra e l'altro.
Per quanto riguarda gli sfollati, «ai 4mila del Modenese - spiega - se ne aggiungono altri 350-400 della provincia di Ferrara, nei Comuni di Bondeno, San'Agostino e Mirabello. Questi sono già assistiti». In concreto, la prima notte in tenda, fa sapere Egidi, la passeranno «tre-quattro mila persone». Sul decreto di riforma della Protezione civile che afferma tra l'altro che in caso di catastrofi naturali non sarà più lo stato a pagare i danni ai cittadini, Egidi preferisce non commentare: «Il problema è delle istituzioni» ma aggiunge «certo, qui i danni sono enormi».
Ambulatorio pediatrico. La Croce Rossa italiana di Finale Emilia ha allestito un ambulatorio pediatrico per venire incontro alle esigenze delle decine e decine di mamme con bambini piccoli ospitati nelle varie tendopoli e nei centri di accoglienza allestiti in paese. L'ambulatorio è allestito nella struttura dove è stato insediato il comitato di gestione dell'emergenza presso la sede della Protezione civile e del Comando dei vigili del fuoco di Finale. «A parte il maltempo, la situazione si sta lentamente normalizzando - fanno sapere dalla Croce Rossa -. Durante la scorsa notte non abbiamo effettuato alcuno sgombero di persone, ma soltanto trasferimenti negli ospedali del territorio di sfollati colti da leggero malore, di invalidi con difficoltà a restare all'interno dei centri di accoglienza e di anziani con problemi cronici
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