L'isola che non c'è
è solo nascosta in ognuno di noi
E' proprio un posto riservato,
dove coltivare
i nostri segreti,
i nostri sogni
assurdi ed impossibili.
Quelli che generano malinconie
nel profondo segreto
degli occhi e del cuore.
dove anche Trilly
ama Peter Pan per sempre ...
( Micky ❤ )



 


Là dove il silenzio
è l'anima di tutto ...
dove il cielo entra
e penetra nel cuore
per diventare universo,
dove una lacrima
sublima l'anima ,
dove il vento si ferma
e il tempo non esiste più ...
dove l'istante è eternità.
Là il mio amore resterà ...
PER SEMBRE ...
( Micky ❤ )

 


Non ci sono piu lacrime
quando la tristezza dell'anima
supera il dolore fisico ...
quando le parole
non bastano più ...
perchè dentro brucia
qualcosa
che non riesci a dire ...
( Micky ❤ )

Glitter By Rom@n@deROM@



Senso di sprofondamento
voglia di andare lontano
là dove non c'è
una meta da raggiungere
là dove non occorre
lottare per conquistare
là dove basta
il linguaggio degli occhi
per Amare.
( Micky ❤ )



 


Nelle notti dei miei sogni piu nascosti ...
celo il mio segreto ... piu grande ...

... abbandonarmi nel tuo respiro ...

e morire di te ...
( Micky ❤ )


Ti amo
mio dolcissimo angelo ...
Sussurro al tuo orecchio
queste Parole che scivolano
come una dolce melodia
per penetrare direttamente
nel Tuo cuore ...
dove rimarranno imprigionate per
l'eternita !!!
( Micky ❤ )

Sei il mio respiro
che dentro di me
si fa strada
verso il
profondo
del mio cuore
e della mia anima ...
Corri nelle mie vene
come un dolce brivido
lasciandomi quì a fremere
di piacere
con il Tuo

sussurro d'amore ...
( Micky ❤ )

</div

Le Tue carezze
i tuo baci
mi avvolgono
in una travolgente
esplosione di sentimenti
impercettibili ...
Riesci piano piano
 a strascinarmi
dentro a questo vortice
di folle passione
dove i nostri cuori
si unisco per amarsi in eterno ...
( Micky ❤ )

Sono la luce
che illumina le Tue buie notti
Sono la coperta
che ti avvolgerà
con il suo calore ...
Sono il cuscino
dove Tu appoggerai
la tua testa
Sono colei che
ti donerà
la vera felicità
sfiorando la tua anima
e ogni volta che
ti volterai
io sarò al Tuo fianco
per sostenerti e appoggiarti
nelle difficoltà della vita ...
( Micky ❤ )


 

Ascolto il rumore del mare
che mi parla di Te
mio dolce amore ...
mi perdo nei tuoi respiri
che mi portano vicino
alla Tua anima ...
Chiudo gli occhi
e percepisco il calore
del tuo cuore
che batte all'unisono
con il mio ...
Ho voglia di Te
Ho voglia di Noi
voglio perdermi
di nuovo dentro di Te
per assaporare ancora
attimi di eternità ...
( Micky ❤ )

Io mi perdo completamente
nei Tuoi occhi
quando sono tra le Tue braccia
anche un istante
si trasforma in un sogno
La tua pelle sotto le mie dita
il Tuo odore
che si mescola al mio
e la dolcezza
dei nostri movimenti
durante l'estasi del desiderio
ci fa avvolgere
nella pura essenza di noi ...
( Micky ❤ )

Non ci sarà mai giorno
che io ti possa ringraziare
per l'eterna felictà
che Tu mi hai donato
perchè anche quando
eravamo lontani
le nostre anime erono vicine ...
( Micky ❤ )

Ritrovarsi nuovamente
tra le Tue braccia
ancora per un attimo
per recuperare
il tempo perduto ...
Uniamoci in questo
bacio senza tempo
che ci porta
in un'altra dimensione
Mentre le nostre mani
iniziano ad
incrociarsi
sui nostri corpi che fremo
di passione
percependo la nostra voglia
di peccato che ci trascina
dentro ad un fortice di follia ...
( Micky ❤ )

Ti chiedo
di dissetarmi l'anima
che brama di te ...
inizia ad invadermi
con l'essenza della passione
accarezzami piano piano
esplorandomi con i respiri
del Tuo cuore
 avvolgendomi
con i sospiri d'amore
immergermi pienamente
nei tuoi desideri
più profondi
vivendo nel silenzio
di questo nostro
sogno d'omore ...
( Micky ❤ )

 

Come è ignoto
questo tempo che passa
destinato solamente al domani
Io rimango quì ferma immobile
a leggere
le pagine della mia vita
che passa una dopo l'altra
come un infinito film ...
Percepisco il tempo che
scorre impalpabile
come la polvere
tra le mie dita
solo una leggera ebbrezza
di vento riesce a distogliermi
dai miei pensieri
che mi stavano portando
in un'altra dimensione ...
Mi nutro di questa immensità
dove gli anni sembrano secoli
che si traformano in attimi
indimenticabile
per rimanere imprigionati
nel mio cuore
come la sabbia
che scorre dentro
a una clessidra ...
( Micky❤ )

     

 

I stay here
waiting for you
nothing and nobody
I can prevent
our love
to fly ...
I wrap the mystery
so as not to perceive
what I think
and try ...
Only You
can capture
the essence of my
thoughts
Wherever you are ...
Our soul
is united by a thread
Invisible
that binds us
life after life
for eternity ...
( Micky ❤ )


 

lunedì 22 agosto 2022

The good wife una serie che si ama ❤️

 


Oggi mie carissime fate con l’anima da strega, vi voglio parlare di una serie che amo: The Good Wife è una serie composta da sette stagioni per un totale di 156 episodi creata da Robert King, andata in onda su RaiDue adesso la potete vedere di Timvision.
Tutto inizia con il caso di corruzione, Peter Florrocik che viene arrestato lasciando sola la moglie Alicia, che si deve reinventare per sopravvivere alla sua nuova vita.
The Good Wife infatti parla di una donna che, dopo aver scoperto di essere così cornuta da non riuscire a passare nemmeno dal portone di casa, si ricostruisce una vita grazie alla sua laurea in legge, mentre il marito ex procuratore marcisce in carcere in attesa di giudizio per corruzione politica.
Il primissimo episodio inizia a scandalo già in scena, proprio con quella dichiarazione in stile Clinton con cui Peter Florrick (Chris Noth, Mister Big in Sex & The City) si dimette dalla carica di Procuratore Capo di Cook County, Alicia (una splendida Julianna Margulies, Carole Hathaway in E.R.) è di fianco a lui, struccata, ma pettinata e vestita da “brava moglie”: quel tipo di donna che, in una tale circostanza, sembra avere come unico ruolo quello di mostrare quanto ami davvero il suo Uomo, così tanto da stargli accanto nonostante tutto.
Proviamo a tornare alla domanda dei King: a cosa sta davvero pensando Alicia?
Mentre Peter parla, grazie a tocchi sapienti da parte della regia, riusciamo ad intrufolarci nella testa di questa donna solo apparentemente calma vediamo scene di sesso tra il marito e una prostituta, osserviamo insieme a Lei il sudore sul volto del marito e l’ansia tradita dalla mano che stringe il leggio, e poi ecco, il colpo di genio che può fare innamorare di una serie.
Mentre Peter continua a parlare, Alicia vive dentro di sé una devastazione emotiva da reprimere il prima possibile, ma all’improvviso nota un filo sulla giacca del marito, ecco che torna in gioco la “brava moglie”, quella che stringe il nodo alla cravatta del suo compagno prima di andare a lavoro e che toglie i pelucchi dalle giacche, Lei, donna tradita !! Lei, sempre e comunque moglie presente e al servizio di un uomo di potere. Alza la mano e sta per avvicinarsi alla manica della giacca, quando all’improvviso Peter, che ha appena finito di parlare, intercetta quella mano, la stringe nella sua e si avvia verso l’uscita.
Qui c’è tutta la metafora della “good wife”, quella che deve essere presente nelle occasioni pubbliche e rendere il marito presentabile, ma quando questa facciata (la mano alzata per togliere il filo) viene mal interpretata e usata come se fosse un gesto affettivo davanti al resto del mondo (Peter crede che la moglie stia per prendergli la mano come solo una brava moglie saprebbe fare) qualcosa si spezza.
E’ solo quando rimangono da soli che lei lo guarda negli occhi e gli tira uno schiaffo in pieno volto: è solo qui che ci accorgiamo che Alicia non ha ancora detto una parola, ma, in realtà, ci ha già detto tutto.
La serie ci racconta ciò che avviene 6 mesi dopo questa scena.
Peter è in carcere e Alicia deve riprendere a lavorare, per questo si rivolge ad un suo vecchio compagno di studi che, insieme ad altri due avvocati, ha fondato la Stern, Lockhart & Gardner.
Per ben 156 episodi che girano intorno a questo concetto: “you can’t always get what you want / but if you try sometime you find / you get what you need” (ovvero, “non puoi avere quello che vuoi: ma se provi e riprovi, potresti trovare quello di cui hai bisogno”), 156 episodi per sette stagioni compattissime di un serial che il Time ha definito uno dei più belli degli ultimi anni. Ora, senza voler essere faziosi, aggiungiamo che per livello di scrittura e di recitazione, The Good Wife ideata da Patrick e Michelle King- è il serial più bello ed importante degli anni 2000. Superato o quantomeno eguagliato solo dal suo spinoff, The Good Fight.
Un altro osso duro per la nostra good wife è rappresentato dalla suocera Jackie (Mary Beth Peil, l’intramontabile nonna di Jen in Dawson’s Creek), ferma sostenitrice di Peter e comunque di grande aiuto per la gestione dei due figli di Alicia e Peter, due adolescenti alle prese con i problemi della loro età e con il fatto che le “rocambolesche avventure” del padre siano praticamente ovunque grazie a internet.
Nello studio legale in cui Alicia lavora, i personaggi sono quanto di meglio i King potessero creare.
Ogni puntata si basa su uno o più casi che lo studio deve affrontare, ma la parte più strettamente legale non è mai separata dalla vita di Alicia, le due parti della serie si intrecciano costantemente, che sia una corrispondenza emotiva (comunque mai urlata nella sceneggiatura, ma evidenziata con estrema classe da scelte registiche ineccepibili) o un effettivo collegamento, dato dal fatto che lei è e rimane la moglie dell’ex procuratore.
Il già citato compagno di studi Will Gardner (Josh Charles, Dead Poets Society) e Diane Lockhart (Christine Baranski, attrice di lungo corso), gli unici due soci sempre presenti, costituiscono un’accoppiata lavorativa perfetta, capaci di essere incredibilmente divertenti (la risata di Diane è ormai leggenda), sono al contempo due professionisti che sanno mostrare le unghie tutte le volte che se ne presenti l’occasione. Inutile dire che Will e Alicia abbiano un passato alle loro spalle, perlopiù caratterizzato da un “bad timing”, una pessima tempistica che non li ha mai visti davvero insieme, tuttavia, prima di fare quelle facce e alzare il sopracciglio, sappiate che anche in questo caso nulla è come sembra e i King riescono ad affrontare la vicenda con originalità e delicatezza.
Alicia dovrà contendersi il posto con Cary (Matt Czuchry, Logan Huntzberger in Gilmore Girls), altro personaggio di spessore insieme alla meravigliosa Kalinda (Archi Panjabi), investigatrice dello studio legale, la cui descrizione a parole non renderebbe giustizia neanche se parlassi di lei per le prossime 100 righe (stesso dicasi per Eli Gold, di cui non si può dire nulla se non a rischio spoiler, ma credetemi quando vi dico che uno dei motivi per cui vedere The Good Wife è proprio lui).
L’ultimo episodio, con una ghignante struttura ad anello, chiude così come nel 2009 la serie aveva aperto Alicia Florrick dietro al marito, Peter, che annuncia al mondo il suo ritiro dalla carica di governatore per problemi con la giustizia. Con la differenza che se nel primo episodio Alicia, pallida e sciatta nel suo tailleur di Channel mal portato, sembra l’ombra di Peter, nell’ultimo lascerà la mano del marito per seguire un’altra ombra, quella di un amante forse perduto per sempre.
The Good Wife gioca in continuazione con lo spettatore, lo fa da sempre, insomma, dalla prima inquadratura della prima puntata della prima stagione, eppure allo spettatore non concede nulla, perché non c’è serial meno fan service di quello creato dai King. Nessuna concessione alla musica pop, infatti i King preferiscono utilizzare musica classica come sottofondo delle vicende dei loro protagonisti, tutt’al più, le rare eccezioni che confermano la regola sono tracks dal gusto molto rigoroso e sobrio, come i Clem inside, nessuna concessione alle svolte telefonate, alle relazioni amorose contorte e acchiappa like, nessun personaggio che va dove lo spettatore immagina facilmente che vada.
The Good Wife è un serial che tira dritto per la sua strada di buone intenzioni che, come si sa, portano ad un passo all’inferno, austero e bellissimo restituisce una dei ritratti di donna più riusciti, approfonditi e tridimensionali della narrativa degli Anni Zero e Dieci, quello di Alicia Florrick che ha le splendide, dure, delicate ed emozionanti fattezze di Julianna Margulies. È lei la good wife, la buona moglie che guida la storia, è lei attorno alla quale si sviluppano trame e sotto trame intricate ma portate fino alla loro ineluttabile conclusione con scrittura brillante e perfetta, mai fuori misura. Alicia è complessa, carismatica, la bussola morale per eccellenza almeno all’inizio, perchè The Good Wife rappresenta la sua perdita dell’innocenza, il suo percorso di crescita, la sua scoperta del mondo e attraverso lei il disvelamento della vera natura del mondo e dell’uomo, intrecciando la complessità del nostro presente che lega indissolubilmente pubblico e privato.
Un tempo lei era una persona migliore”, le dice il collega Cumming uno straordinario Michael J. Fox “Lo so: ma chi non viene usato?”, risponde lei. The Good Wife è bello quanto tremendamente, assolutamente, disperatamente nichilista, per quel suo non offrire nessuna speranza di salvezza alla natura umana. Che è perversa, diabolica e naturalmente portata al Male. Se una cosa ci ha insegnato Alicia nelle sue 156 puntate è che per sopravvivere alla vita è necessario fortificarsi così tanto per non farsi travolgere dai rimorsi al punto da dover necessariamente sacrificare qualcosa di sé, un pezzo della propria anima o della propria vita.Esemplare, e splendida, lacerante, dolorosa, vibrante è l’ultimissima scena dell’ultima puntata dell’ultima stagione, pur di difendere fino all’ultimo il marito Peter dall’ennesima accusa in tribunale, la buona moglie non esita (“buona” fino in fondo, fino alla fine, fino all’estremo ma sempre a modo suo) a gettare fango sul marito della collega di studio Diane Lockarth, uomo integerrimo sul quale però la difesa giudiziaria di Alicia scarica addosso scheletri dimenticati e perdonati negli armadi. Nell’ultima sequenza, infatti Alicia e Diane si incontrano in un corridoio, e Diane dopo uno sguardo raggelante che sembra durare un’eternità dà uno schiaffo all’altra donna.
Uno schiaffo solo, che però getta sulle sue spalle il peso della colpa di sette stagioni di tradimenti e bugie, ma soprattutto del tradimento di un’etica che mai come in The Good Wife è mai stata così trasparente eppure mai, come nel personaggio di Diane, alla fin dei conti vera bussola morale della serie, difesa così strenuamente, donandole un senso e un significato più forti del dolore.
Insomma, la questione morale al centro della storia (di una casalinga moglie di che si trova costretta a doversi reinventare dopo il forzato abbandono del marito e a ricostruire la propria vita professionale e sentimentale) ha investito ogni rivolo ed ogni emanazione, ogni sotto trama e ogni personaggio, fino a trasformare The Good Wife in una sorta di pamphlet, una guida a districarsi o meglio a capire come sopravvivere in un’esistenza che è la somma di politica, lavoro e sentimenti indissolubilmente legati tra di loro, proprio come nella realtà.
It was romantic because it didn’t happen”, è la frase con la quale lo “spettro” di Will Gardner libera Alicia dal senso di colpa per non aver vissuto appieno la loro storia d’amore. È quello che non succede davvero, ciò che vorremmo ma non riusciamo a realizzare, a dare un senso alla nostra vita? Il doloroso percorso di Alicia non è come quello di Ellen Parsons (Damages) o di Walther White (Breaking Bad): non è una progressiva perdita dell’innocenza di un individuo fondamentalmente benevolo, bensì una maturazione che sembra positiva per la presa di coscienza e l’assunzione di responsabilità, ma che in realtà è un compromesso morale con la vita stessa che si nega persino a sé stessi. Dimenticando, mentre si cerca la felicità, che la felicita è quella cosa che ci passa accanto mentre la cerchiamo.



















Se anche Voi amate questa serie vi chiedo di commentare qui sotto 👇

Vi aspetto al mio prossimo piccolo incantesimo

Un Bacio Fatato




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