No Dior, no Dietrich afferma perentoria Marlene ad Alfred Hitchcock quando sul punto di accettare il ruolo da protagonista nel film Paura in palcoscenico nel 50, in fatti nella sfilata Pre Fall 24 Dior Maria Grazia Chiuri che studia l’archivio del fondatore e il dress code delle dee che vestì, traghettandolo ad un presente che è combinazione di tailoring maschile e glamour femminile ed un omaggio alla attrice Dietrich. Una celebrazione dell’incontro tra culture, ovvero una conversazione sul tema della libertà che dà forma e sostanza a quello che ciascuna donna sceglie di essere. in pedana cammina una parigina a New York con il chiodo fisso per lo stile Dietrich e un gusto squisitamente anni Quaranta. Avvitate giacche Bar e gonne a matita, camicie bianche in croccante popeline di cotone con postilla di cravatta, a rimboccarsi negli ampi pantaloni sartoriali, ma anche precisi tuxedo maliziosamente indossati con micro shorts, calze e sandali platform, un cappello a cilindro alla mano e il grande charme di Marocco a riemergere dai meandri della fantasia. Moltissime citazioni filmiche e anche personali a colei il cui nome inizia con una carezza e termina con una frustata. Chiuri oggi, che ne ripropone la mitologica silhouette, quanto mannish due pezzi in tweed, in richiamo diretto alla sartoria inglese. Favolosi i minidress da flapper, un trionfo di frange di perline appaiate a blazer e gambaletti a rete, o ricamati da fruscianti micro paillettes, accattivanti i look sportivi, anello di congiunzione con il gusto svelto americano che Dior conquistò sin da quando, nel 1948 aprì una succursale della propria maison al 730 della Fifth Avenue newyorchese. Strizza l’occhio allo sportswear: tute logate che faranno faville in certi mercati, look total denim dai risvolti griffati, ma anche squisiti caban in pelle nera stropicciata, a sovrastare leggings grafici Parigi New York. Uno scambio interculturale Francia America che rivive anche nelle simboliche Tour Eiffel e Statua della Libertà, applicate come totalizzanti motivi decorativi su trench, abiti e maxi shopper, o su quella felpa dalla forma over, ispirata ad un foulard d’archivio degli anni 60. La sera invece si accende di bagliori argentei oppure rosé, ma il guardaroba rimane molto pragmatico, disinvolto e chic, adattabile alle esigenze di una donna ultra moderna che necessita di un prêt à porter duttile e soprattutto versatile. E a cui piace molto giocare con la moda, proprio come aveva fatto Marlene Dietrich musa di collezione che irradia di stile rétro, indistintamente maschile e femminile.
Un Bacio Fatato
Vi aspetto al mio prossimo piccolo incantesimo
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