La collezione Resort 26 di Seán McGirr per McQueen incarna una tensione distintamente britannica: l'eleganza dell'alta società sul punto di disfarsi, con una sartorialità tagliente che sconfina in una giocosa ribellione. Il suo punto di partenza è stato il mondo catturato dal fotografo Dafydd Jones, le cui immagini degli eccessi aristocratici degli anni '80, balli delle debuttanti, caos notturno, decadenza spettinata hanno offerto una lente su una cultura al tempo stesso raffinata e disordinata. McGirr coglie questa dualità, declinandola in silhouette che risultano allo stesso tempo formali e sovversive, fedeli all'eredità di McQueen ma innegabilmente sue. Il lookbook si apre con capi sartoriali sapientemente decostruiti. Le giacche da smoking appaiono ristrette o svasate con revers intrecciati, creando movimento all'interno di strutture classiche. Vita a fascia in stile smoking compaiono su tailleur per tutti i generi, affinando la silhouette e strizzando l'occhio all'abbigliamento cerimoniale. Scollature da ereditiera compaiono in abiti che fondono un portamento aristocratico con un tocco moderno, mentre il tartan, elemento distintivo della maison, appare con parsimonia ma con efficacia: una minigonna a vita alta, un cappotto con collo in velluto a coste e un kilt drappeggiato che cattura il mix di tradizione e irriverenza giovanile della collezione. Questo gioco di raffinatezza e ribellione si estende alla maglieria e agli abiti da sera. I maglioni argyle sono abbinati a pantaloni a vita bassa, ribaltando codici familiari in un registro più morbido e disfatto. Altrove, ampi abiti in chiffon reinterpretano l'iconografia a stampa papavero del passato della maison, attenuandone il peso storico in qualcosa di arioso e deciso. Gli accessori si lasciano andare a un tocco teatrale: gioielli che ricordano i frammenti dei lampadari e la rivisitazione della borsa Manta del 2010, rivisitata per una generazione che gravita verso pezzi scultorei e di grande impatto. In tutta la collezione, McGirr dimostra la volontà di guardare dentro di sé, guardando all'archivio, proiettandosi al contempo verso il futuro. Il suo approccio è meno nostalgico e più riattivante, riprendendo elementi di epoche passate, dai motivi a teschio ai kilt drappeggiati, e rielaborandoli con un'attitudine contemporanea. Il risultato è un guardaroba che sembra abitato da personaggi con vite piene e contraddittorie: raffinati ma indisciplinati, cerimoniali ma irrequieti, aristocratici ma con un'inclinazione al punk. In questa uscita Pre Fall, la critica si concentra solo sulla densità dei riferimenti: a volte il tira e molla tra codici aristocratici e giochi anti establishment può sembrare troppo serrato. Eppure, l'impressione generale è quella di uno stilista che dà forma a un McQueen completamente moderno: emotivamente carico, tecnicamente abile e pieno di energia narrativa. È una collezione che rispetta il passato storico della maison, tracciando al contempo un percorso inconfondibilmente personale di McGirr.
Un Bacio Fatato
Vi aspetto al mio prossimo piccolo incantesimo
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