giovedì 21 giugno 2012
Vorrei averti qui ❤
Vorrei
averti qui
accanto a me
per poterti
di nuovo
stringerti forte
tra le mie braccia
per potermi
diffondermi
nella Tua anima ...
Vorrei
baciarti
infinite volte
guardandoti
nei Tuoi
occhi
dove mi posso
abbandonare
completamente
per dirti
che il nostro
amore
è vivo
forte
e non si arrende ...
Micky ❤
domenica 17 giugno 2012
Charlie Chaplin....❤
AUTENTICITA’ Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito com’è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri, pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta, anche se quella persona ero io. Oggi so che questo si chiama RISPETTO PER SE STESSI. Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di desiderare un’altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda é un invito a crescere. Oggi so che questo si chiama
MATURITA’. Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello che succede va bene. Da allora ho potuto stare tranquillo. Oggi so che questo si chiama
RISPETTO PER SE STESSI.Qando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di privarmi del mio tempo libero e di concepire progetti grandiosi per il futuro. Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento, ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi. Oggi so che questo si chiama
SINCERITA’. Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò che non mi faceva del bene: cibi, persone, cose, situazioni e da tutto ciò che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso, all’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi so che questo è AMORE DI SE’ Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di voler avere sempre ragione. E cosi ho commesso meno errori. Oggi mi sono reso conto che questo si chiama
SEMPLICITA’. Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono rifiutato di vivere nel passato e di preoccuparmi del mio futuro. Ora vivo di piu nel momento presente, in cui TUTTO ha un luogo. E’ la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo
PERFEZIONE. Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che il mio pensiero può rendermi miserabile e malato. Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore, l’intelletto è diventato un compagno importante. Oggi a questa unione do il nome di
SAGGEZZA DEL CUORE. Non dobbiamo continuare a temere i contrasti, i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri perché perfino le stelle, a volte, si scontrarno fra loro dando origine a nuovi mondi. Oggi so che......
QUESTO E' LA VITA!
mercoledì 13 giugno 2012
sabato 9 giugno 2012
mercoledì 6 giugno 2012
sabato 2 giugno 2012
Se amate ❤
Se amate
qualcuno
solamente per
la sua bellezza
non è amore
ma desiderio ...
Se amate
qualcuno
per la sua
intelligenza
non è amore
ma ammirazione ...
Se amate
qualcuno
per la sua
ricchezza
non è amore
ma solo interesse ...
Se amate
qualcuno
e non sapete
il perchè
quello
è vero amore !!
Micky ❤
Soffi di vento ❤
Ci sono
soffi di vento
che ci portano
piano piano
le parole
che attraversano
il tempo
e altre
dimensioni ...
Dobbiamo
imparare
ad ascoltare
attentamente
il vento
per percepire
quello
che ci devono
dire ...
Micky ❤
domenica 27 maggio 2012
giovedì 24 maggio 2012
Terremoto in Emilia, ancora scosse Agli sfollati 600 euro a famiglia ❤
ROMA - Torna la paura in Emilia, dove nella notte, in mattinata e nel pomeriggio sono state registrate almeno 20 scosse: l'ultima alle 16.34 di magnitudo3.3. Nella notte la più forte alle 23.41, con una magnitudo di 4,3.
Soldi risparmiati dal finanziamento pubblico ai partiti destinati ai terremotati. I 160 milioni di euro risparmiati nel 2012 e nel 2013 dal taglio del finanziamento pubblico ai partiti verranno destinati per le popolazioni colpite dai terremoti e dalle calamità naturali a partire dal 2009: è quanto prevede un emendamento alla legge sulla riforma dei partiti che è stato approvato nell'aula della Camera. Il testo è stato approvato all'unanimità. Una parte di questi fondi andrà, così, anche per i danni del sisma che ha colpito l'Emilia.
Cento euro a famiglia. Alle famiglie la cui casa è stata distrutta o sgomberata saranno assegnati fino ad un massimo di 600 euro al mese un «per l'autonoma sistemazione» e, comunque, nel limite di 100 euro per ogni componente del nucleo familiare. Lo prevede un'ordinanza siglata dal capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, pubblicata oggi in Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento stanzia dieci milioni di euro per i primi interventi urgenti nelle province di Bologna, Modena, Ferrara e Mantova. Lo stato di emergenza dichiarato dal Governo durerà due mesi e si concluderà il prossimo 21 luglio. Alla scadenza del termine saranno le Regioni Emilia Romagna e Lombardia a provvedere, «ciascuna per la propria competenza, in via ordinaria, a coordinare gli interventi conseguenti all'evento finalizzati al superamento della situazione emergenziale in atto».
Denunciati cinque sciacalli. Nell'ambito dei controlli predisposti per evitare il fenomeno, i carabinieri hanno denunciato cinque italiani tra i 17 e i 31 anni. Sono stati sorpresi nei pressi di una gioielleria di Mirandola, dove due di loro avevano appena tentato di vendere due anelli d'oro di dubbia provenienza. Nell'auto su cui viaggiavano, una Polo, i militari dell'Arma hanno trovato un utensile atto allo scasso.
Il sindaco di Finale Emilia: è tornata la paura. Fin dalle prime luci dell'alba sono stati avviati a Finale Emilia accertamenti per verificare le condizioni delle costruzioni già lesionate.Campi di assistenza esauriti e intere famiglie in macchina dopo le due forti scosse avvertite durante la notte a Finale Emilia. «E' tornata la paura - ha detto il sindaco, Fernando Ferioli - Stiamo tornando indietro, finché non ci sarà un po' più di tranquillità non riusciremo a progredire. Cercavamo di convincere le persone a tornare nelle loro abitazioni, se agibili, ma se continuano queste scosse sarà impossibile».
Forti danni nei palazzi già lesionati. Le due scosse più forti hanno provocato forti danni nei palazzi già lesionati. Soprattutto il castello Estense, dove c'è stato un nuovo crollo vicino alla torre. I tecnici, gli ingegneri e gli esperti che si trovano a Finale hanno avviato sopralluoghi e hanno deciso di allargare nuovamente la zona rossa, che ieri era stata ristretta, alle strade principali del centro storico.
Soldi risparmiati dal finanziamento pubblico ai partiti destinati ai terremotati. I 160 milioni di euro risparmiati nel 2012 e nel 2013 dal taglio del finanziamento pubblico ai partiti verranno destinati per le popolazioni colpite dai terremoti e dalle calamità naturali a partire dal 2009: è quanto prevede un emendamento alla legge sulla riforma dei partiti che è stato approvato nell'aula della Camera. Il testo è stato approvato all'unanimità. Una parte di questi fondi andrà, così, anche per i danni del sisma che ha colpito l'Emilia.
Cento euro a famiglia. Alle famiglie la cui casa è stata distrutta o sgomberata saranno assegnati fino ad un massimo di 600 euro al mese un «per l'autonoma sistemazione» e, comunque, nel limite di 100 euro per ogni componente del nucleo familiare. Lo prevede un'ordinanza siglata dal capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, pubblicata oggi in Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento stanzia dieci milioni di euro per i primi interventi urgenti nelle province di Bologna, Modena, Ferrara e Mantova. Lo stato di emergenza dichiarato dal Governo durerà due mesi e si concluderà il prossimo 21 luglio. Alla scadenza del termine saranno le Regioni Emilia Romagna e Lombardia a provvedere, «ciascuna per la propria competenza, in via ordinaria, a coordinare gli interventi conseguenti all'evento finalizzati al superamento della situazione emergenziale in atto».
Denunciati cinque sciacalli. Nell'ambito dei controlli predisposti per evitare il fenomeno, i carabinieri hanno denunciato cinque italiani tra i 17 e i 31 anni. Sono stati sorpresi nei pressi di una gioielleria di Mirandola, dove due di loro avevano appena tentato di vendere due anelli d'oro di dubbia provenienza. Nell'auto su cui viaggiavano, una Polo, i militari dell'Arma hanno trovato un utensile atto allo scasso.
Il sindaco di Finale Emilia: è tornata la paura. Fin dalle prime luci dell'alba sono stati avviati a Finale Emilia accertamenti per verificare le condizioni delle costruzioni già lesionate.Campi di assistenza esauriti e intere famiglie in macchina dopo le due forti scosse avvertite durante la notte a Finale Emilia. «E' tornata la paura - ha detto il sindaco, Fernando Ferioli - Stiamo tornando indietro, finché non ci sarà un po' più di tranquillità non riusciremo a progredire. Cercavamo di convincere le persone a tornare nelle loro abitazioni, se agibili, ma se continuano queste scosse sarà impossibile».
Forti danni nei palazzi già lesionati. Le due scosse più forti hanno provocato forti danni nei palazzi già lesionati. Soprattutto il castello Estense, dove c'è stato un nuovo crollo vicino alla torre. I tecnici, gli ingegneri e gli esperti che si trovano a Finale hanno avviato sopralluoghi e hanno deciso di allargare nuovamente la zona rossa, che ieri era stata ristretta, alle strade principali del centro storico.
lunedì 21 maggio 2012
Terremoto in Emilia, lo Stato non pagherà la ricostruzione ❤
Il terremoto che ha devastato parte dell’ Emilia Romagna, non poteva arrivare in un momento peggiore di questo. Cioè proprio quando lo Stato potrebbe non sborsare più un euro per le persone colpite dal terremoto e, in generale, per le vittime delle calamità naturali. Perché è questo in effetti il succo del decreto legge 59 del 5 maggio 2012, pubblicato qualche giorno fa sulla Gazzetta Ufficiale. Ancora non è chiaro come questo decreto toccherà le vittime del recente terremoto, ma fonti interne alla Protezione Civile ci rivelano che il decreto è già valido e che sono in via di definizione le ordinanze con i criteri di attuazione per il caso emiliano. Al decreto, infatti manca il regolamento di attuazione, che dovrà stabilire come e quanto dovranno pagare i cittadini, e che dovrebbe essere emanato entro iprossimi 90 giorni. Ma per gli emiliani la risposta dovrebbe arrivare a brevissimo e non sarà probabilmente positiva. Lo stesso sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ha confermato che “non ci saranno provvedimenti che riguardano la sistemazione dei luoghi, dei palazzi e delle opere”. Catricalà ha però preannunciato la dichiarazione dello stato d’emergenza e la “copertura finanziaria per il soccorso e la prima assistenza ai soggetti interessati, ovvero ai cittadini e alle imprese. Nell'ordinanza – dichiara - ci sarà anche la messa in sicurezza provvisionale”. Inoltre, è allo studio la “sospensione del pagamento dell’Imu per chi ha avuto la casa distrutta” e la deroga al patto di stabilità per i Comuni coinvolti.
Il problema della ricostruzione però rimane. Lo Stato non ha più soldi sufficienti per rattoppare alla svariate emergenze. Da qui la decisione di dover applicare una nuova strategia per fronteggiare lecalamità naturali, come i terremoti. Ma le soluzioni contenute nel decreto hanno sollevato un polverone di polemiche. A preoccupare i critici è in particolare un punto del provvedimento, ribattezzato emblematicamente con il nome di “tassa sulle disgrazie”. Si tratta di una tassa che le Regioni colpite da calamità potranno decidere di applicare sulla benzina. Potranno cioè decidere se aumentare il prezzo o meno della benzina di 5 centesimi per racimolare un po’ di euro da usare per l’ emergenza.
Lo Stato, infatti, si chiama fuori per quanto riguarda i fondi necessari per le ricostruzioni degli edifici privati danneggiati. Il costo va a ricadere sui cittadini. Come? Stipulando una polizza assicurativa. In pratica, il decreto introduce il principio delle coperture assicurative su base volontaria contro i rischi di danni derivanti da calamità naturali. Quindi, il provvedimento stabilisce che “al fine di consentire l’avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali sui fabbricati a qualunque uso destinati” e per garantire “adeguati, tempestivi ed uniformi livelli di soddisfacimento delle esigenze di riparazione e ricostruzione” dei beni immobili privati, “ possono essere estese ai rischi derivanti da calamità naturali tutte le polizze assicurative contro qualsiasi tipo di danno a fabbricati di proprietà di privati”. In parole, povere se un terremoto provoca il crollo della casa solo i cittadini che hanno stipulato un’assicurazione potranno avere un risarcimento.
Per i critici si tratterebbe di una scelta “discriminatoria”. sarebbe In effetti, l’ assicurazione su base volontaria sancisce la disparità tra cittadini che vivono in zone non a rischio e quelli che, invece, si trovano in aree sismiche o a rischio idrogeologico. C’è poi il concreto pericolo che le compagnie assicurative non stipuleranno polizze, o lo faranno a cifre esorbitanti, in tutte quelle zone dove i rischi sono storicamente molto alti.
E’ possibile quindi che la naturale evoluzione di questo provvedimento alla fine porti a un tipo diassicurazione obbligatoria per tutti che potrebbe avere un costo di circa 100 euro ad abitazione, stando alle stime dei tecnici delle amministrazioni dello Stato e delle assicurazioni.
Boccia decisamente questo provvedimento il Consiglio nazionale degli architetti. “Larga parte degli italiani vive in zone a rischio sismico ma pochissimi sanno se la loro casa è davvero sicura o no: perché dovrebbero mettere mano al portafogli e sottoscrivere una costosa polizza assicurativa?”, si chiede il presidente Leopoldo Freyrie.
Il patrimonio edilizio italiano, secondo gli esperti, è tutt’altro che chiaro. I numeri sono impressionanti: entro i prossimi dieci anni l’85% dell’edificato urbano avrà piu' di 40 anni; e saranno oltre 6 milioni gli stabili esposti a gravi rischi sismici e un milione e 300mila quelli esposti a rischi idrogeologici. “I danni maggiori - spiega Freyrie - in Abruzzo come in Emilia Romagna li hanno patiti gli edifici moderni , quelli costruiti nel dopoguerra, con una vita media di 70 anni e quindi bisognosi di interventi più meno urgenti di manutenzione e restauro. Senza dimenticare che tutte le principali norme antisismiche sono di venti e dieci anni fa”.
Potrebbe suceddere che l’ assicurazione, se la casa è costruita con criteri antisismici chiederà relativamente poco, sui 130 euro l’anno, stimano gli architetti. “Se la casa è in zona a rischio ma non è costruita con criteri antisismici - dice Freyrie - pretenderà il massimo del premio. Quanti saranno in condizioni di pagarlo? Prima di decidere una rivoluzione simile, occorrerebbe procedere a un censimento degli edifici, stimare il costo delle polizze e capire come spalmare questi costi da punto di vista sociale”.
Altra questione spinosa di questo decreto è la durata dello stato d’emergenza, cioè il periodo in cui è lo Stato a farsi carico di tutte le spese. Il provvedimento stabilisce un periodo di 60 giorni, con la possibilità di un’unica proroga di 40. Una decisione, questa, presa per evitare che gli stati d’emergenza durino anni. Allo scadere del termine cosa succederà ancora non è chiaro. Ma a quanto pare il nodo verrà sciolto ricadendo sulle spalle delle vittime di quest’ultimo terremoto emiliano.
“Le parole di cordoglio e la vicinanza alle persone colpite dal terremoto dell’Emilia non servono a nulla se poi non sono accompagnate da serie misure di sostegno”, dice il presidente dei senatori dell’Italia dei Valori, Felice Belisario, criticando il decreto . “Aumentare il costo della benzina - sottolinea - è la solita soluzione facile che in realtà non risolve un bel nulla e grava sempre e solo sui cittadini già tartassati e colpiti direttamente dagli eventi calamitosi".
Rimane, infine, ancora aperta la questione su chi pagherà il recupero del patrimonio artistico e culturale, punto fondamentale soprattutto per via delle pesanti perdite provocate da quest’ultimosciame sismico. Non si sa infatti chi si sobbracherà i costi di ricostruzione, ad esempio, della cinquecentesca Torre dei Modenesi, di Palazzo Veneziani e della Torre del Duomo di Finale Emilia, in provincia di Modena. E non si sa chi pagherà per la chiesa di Concordia e per la navata centrale della chiesa di Rovereto sulla Secchia o il centro storico di Carpi. Chi si occuperà della statua crollata all’interno della chiesa di San Giovanni in Persiceto e i danni alla chiesa di Caselle di Crevalcore a Bologna? Lo stesso ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, parla di danni“davvero ingenti” per i beni architettonici e culturali. “Quantificare in termini di euro – dice - è ancora prematuro ma in ogni caso siamo nell’ordine di diverse decine di milioni”. Ad essere stato danneggiato, spiega il ministro, è “uno dei patrimoni culturali più importanti a livello nazionale”. Eppure, probabilmente i costi del recupero saranno solo regionali.
Molti sono i dubbi sulle reali possibilità della Regione di affrontare spese di questo tipo, a fronte anche dei costi di gestione dell’emergenza. Purtroppo la risposta a questi interrogativi non c’è e rischia di essere sperimentata sulla pelle dalle persone vittime del terremoto emiliano.
Il problema della ricostruzione però rimane. Lo Stato non ha più soldi sufficienti per rattoppare alla svariate emergenze. Da qui la decisione di dover applicare una nuova strategia per fronteggiare lecalamità naturali, come i terremoti. Ma le soluzioni contenute nel decreto hanno sollevato un polverone di polemiche. A preoccupare i critici è in particolare un punto del provvedimento, ribattezzato emblematicamente con il nome di “tassa sulle disgrazie”. Si tratta di una tassa che le Regioni colpite da calamità potranno decidere di applicare sulla benzina. Potranno cioè decidere se aumentare il prezzo o meno della benzina di 5 centesimi per racimolare un po’ di euro da usare per l’ emergenza.
Lo Stato, infatti, si chiama fuori per quanto riguarda i fondi necessari per le ricostruzioni degli edifici privati danneggiati. Il costo va a ricadere sui cittadini. Come? Stipulando una polizza assicurativa. In pratica, il decreto introduce il principio delle coperture assicurative su base volontaria contro i rischi di danni derivanti da calamità naturali. Quindi, il provvedimento stabilisce che “al fine di consentire l’avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali sui fabbricati a qualunque uso destinati” e per garantire “adeguati, tempestivi ed uniformi livelli di soddisfacimento delle esigenze di riparazione e ricostruzione” dei beni immobili privati, “ possono essere estese ai rischi derivanti da calamità naturali tutte le polizze assicurative contro qualsiasi tipo di danno a fabbricati di proprietà di privati”. In parole, povere se un terremoto provoca il crollo della casa solo i cittadini che hanno stipulato un’assicurazione potranno avere un risarcimento.
Per i critici si tratterebbe di una scelta “discriminatoria”. sarebbe In effetti, l’ assicurazione su base volontaria sancisce la disparità tra cittadini che vivono in zone non a rischio e quelli che, invece, si trovano in aree sismiche o a rischio idrogeologico. C’è poi il concreto pericolo che le compagnie assicurative non stipuleranno polizze, o lo faranno a cifre esorbitanti, in tutte quelle zone dove i rischi sono storicamente molto alti.
E’ possibile quindi che la naturale evoluzione di questo provvedimento alla fine porti a un tipo diassicurazione obbligatoria per tutti che potrebbe avere un costo di circa 100 euro ad abitazione, stando alle stime dei tecnici delle amministrazioni dello Stato e delle assicurazioni.
Boccia decisamente questo provvedimento il Consiglio nazionale degli architetti. “Larga parte degli italiani vive in zone a rischio sismico ma pochissimi sanno se la loro casa è davvero sicura o no: perché dovrebbero mettere mano al portafogli e sottoscrivere una costosa polizza assicurativa?”, si chiede il presidente Leopoldo Freyrie.
Il patrimonio edilizio italiano, secondo gli esperti, è tutt’altro che chiaro. I numeri sono impressionanti: entro i prossimi dieci anni l’85% dell’edificato urbano avrà piu' di 40 anni; e saranno oltre 6 milioni gli stabili esposti a gravi rischi sismici e un milione e 300mila quelli esposti a rischi idrogeologici. “I danni maggiori - spiega Freyrie - in Abruzzo come in Emilia Romagna li hanno patiti gli edifici moderni , quelli costruiti nel dopoguerra, con una vita media di 70 anni e quindi bisognosi di interventi più meno urgenti di manutenzione e restauro. Senza dimenticare che tutte le principali norme antisismiche sono di venti e dieci anni fa”.
Potrebbe suceddere che l’ assicurazione, se la casa è costruita con criteri antisismici chiederà relativamente poco, sui 130 euro l’anno, stimano gli architetti. “Se la casa è in zona a rischio ma non è costruita con criteri antisismici - dice Freyrie - pretenderà il massimo del premio. Quanti saranno in condizioni di pagarlo? Prima di decidere una rivoluzione simile, occorrerebbe procedere a un censimento degli edifici, stimare il costo delle polizze e capire come spalmare questi costi da punto di vista sociale”.
Altra questione spinosa di questo decreto è la durata dello stato d’emergenza, cioè il periodo in cui è lo Stato a farsi carico di tutte le spese. Il provvedimento stabilisce un periodo di 60 giorni, con la possibilità di un’unica proroga di 40. Una decisione, questa, presa per evitare che gli stati d’emergenza durino anni. Allo scadere del termine cosa succederà ancora non è chiaro. Ma a quanto pare il nodo verrà sciolto ricadendo sulle spalle delle vittime di quest’ultimo terremoto emiliano.
“Le parole di cordoglio e la vicinanza alle persone colpite dal terremoto dell’Emilia non servono a nulla se poi non sono accompagnate da serie misure di sostegno”, dice il presidente dei senatori dell’Italia dei Valori, Felice Belisario, criticando il decreto . “Aumentare il costo della benzina - sottolinea - è la solita soluzione facile che in realtà non risolve un bel nulla e grava sempre e solo sui cittadini già tartassati e colpiti direttamente dagli eventi calamitosi".
Rimane, infine, ancora aperta la questione su chi pagherà il recupero del patrimonio artistico e culturale, punto fondamentale soprattutto per via delle pesanti perdite provocate da quest’ultimosciame sismico. Non si sa infatti chi si sobbracherà i costi di ricostruzione, ad esempio, della cinquecentesca Torre dei Modenesi, di Palazzo Veneziani e della Torre del Duomo di Finale Emilia, in provincia di Modena. E non si sa chi pagherà per la chiesa di Concordia e per la navata centrale della chiesa di Rovereto sulla Secchia o il centro storico di Carpi. Chi si occuperà della statua crollata all’interno della chiesa di San Giovanni in Persiceto e i danni alla chiesa di Caselle di Crevalcore a Bologna? Lo stesso ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, parla di danni“davvero ingenti” per i beni architettonici e culturali. “Quantificare in termini di euro – dice - è ancora prematuro ma in ogni caso siamo nell’ordine di diverse decine di milioni”. Ad essere stato danneggiato, spiega il ministro, è “uno dei patrimoni culturali più importanti a livello nazionale”. Eppure, probabilmente i costi del recupero saranno solo regionali.
Molti sono i dubbi sulle reali possibilità della Regione di affrontare spese di questo tipo, a fronte anche dei costi di gestione dell’emergenza. Purtroppo la risposta a questi interrogativi non c’è e rischia di essere sperimentata sulla pelle dalle persone vittime del terremoto emiliano.
Terremoto in Emilia, nuove scosse ❤
ROMA - La terra continua a tremare in Emilia dove nella notte tra sabato e domenica sono morte sette persone. Alle 18.37 una nuova scossa di magnitudo 4.1 a Finale Emilia, uno dei paesi più colpiti dalsisma. Nella notte oltre cento scosse di assestamento la più forte di magnitudo 3.7. Paura tra i 4.500 sfollati che hanno dormito nelle auto. Arrivano intanto anche gli sciacalli che si fingono volontaridella Protezione civile. Proprio il sindaco di Finale nel pomeriggio aveva fatto un accorato appello: aiutateci. Monti e Cancellieri sono in viaggio per Ferrara e martedì il consiglio dei Ministri decreterà lo stato di emergenza, mentre si discute sulla riforma della Protezione civile che non prevede lo stanziamento di fondi per i terremotati. Scoppia intanto la polemica sulle fabbriche crollate che ieri hanno causato la morte di quattro operai, mentre i sindacati avvertono:economia in ginocchio, a rischio 5mila posti di lavoro(perse 200mila forme di parmigiano). Altre tre vittime sono tutte donne, morte per un malore causato dallo spavento. Si contano, infine, i danni ai monumenti (tutte le notizie sul terremoto in Emilia).
L'ultima scossa: magnitudo 4.1. Due scosse di terremoto, precedute da un boato sordo, sono state avvertite pochi minuti dopo le 18.37 a Finale Emilia, uno dei paesi già devastati dal sisma di sabato notte. Le località prossime all'epicentro sono Finale Emilia (MO), Bondeno (FE) e Sant'Agostino (FE). Secondo i rilievi registrati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l'evento sismico è stato registrato alle con magnitudo 4.1.Una breve scossa di terremoto, probabilmente di assestamento, è stata avvertita anche a Sant'Agostino, nel ferrarese.
L'ultima scossa: magnitudo 4.1. Due scosse di terremoto, precedute da un boato sordo, sono state avvertite pochi minuti dopo le 18.37 a Finale Emilia, uno dei paesi già devastati dal sisma di sabato notte. Le località prossime all'epicentro sono Finale Emilia (MO), Bondeno (FE) e Sant'Agostino (FE). Secondo i rilievi registrati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l'evento sismico è stato registrato alle con magnitudo 4.1.Una breve scossa di terremoto, probabilmente di assestamento, è stata avvertita anche a Sant'Agostino, nel ferrarese.
Terremoto Emilia, 4mila gli sfollati Notte di paura nelle tendopoli ❤
ROMA - Notte di paura nelle tendopoli allestite in Emilia Romagna per il tremendo terremoto che ha colpito il Nord est nella notte tra sabato e domenica scorsa. In tanti hanno dormito in macchina e nei parcheggi dei supermercati. Salgono intanto a 4mila gli sfollati.
Notte di paura per gli sfollati. Il maltempo e le temperature che a Modena e a Ferrara sono scese fino a 12 gradi non hanno aiutato gli sfollati e non aiuteranno gli uomini della Protezione civile, i Carabinieri, i vigili del fuoco e le altre forze dell'ordine che si stanno occupando incessantemente di mettere in sicurezza i cittadini nelle aree più colpite, allestendo tende, cucine da campo e punti di accoglienza.
Tra i paesi più in difficoltà ci sono Sant'Agostino, nel ferrarese, e Finale Emilia, piccolo Comune modenese il cui centro storico è stato letteralmente raso al suolo. Ma in tutta la campagna emiliana gli edifici più vecchi si sono sbriciolati, trasformandosi in cumuli di mattoni. La priorità ora è offrire un riparo, cibo, acqua e assistenza ai circa 3 mila sfollati che non possono tornare nelle loro abitazioni perchè crollate o dichiarate inagibili. Secondo i primi calcoli almeno 900 le persone che stanotte hanno dormito fuori casa.
Messi a disposizione tre alberghi. Circa 400 le persone residenti in alcuni comuni della Bassa modenese che hanno dormito in tre alberghi di Modena, grazie alla solidarietà e alla collaborazione della Feralberghi modenese. Molti quelli che nelle città hanno dormito in auto per strada, mossi anche dalla paura rinnovata dal cosiddetto sciame di assestamento.
Aiuti da tutte le regioni. «Nei comuni più colpiti, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Cavezzo e Camposanto, tutti in provincia di Modena, siamo intorno alle 4mila richieste di aiuto. Noi stiamo allestendo, in collaborazione con i primi aiuti che giungono dalle altre Regioni, circa 3mila posti letto in tende riscaldate, con servizi igienici e cucine, integrati con l'allestimento di altri centri d'accoglienza in strutture fisse» afferma al Messaggero il capo della Protezione civile in Emilia Romagna illustrando la situzione di emergenza della zona terremotata.
Hanno paura. Pochissimi hanno dormito nelle proprie case la scorsa notte a Finale Emilia, la cittadina in provincia di Modena dove poco più di 24 ore fa la terra ha tremato e ancora continua a farlo. È qui l'epicentro del sisma che ha scosso e continua a scuotere il Nord-Est.
I parchi, le aree pubbliche, le piazze sono spazi aperti dove le automobili sono diventate camera da letto, cuccia, riparo. Riuscire a prendere sonno è stato doloroso. «Come si fa a dormire mentre succede tutto questo», dicono i più. In paese, e per un raggio di circa 20 km, è tutto chiuso. Cenare è stato arduo per chi non ha voluto rimettere piede in casa. Qualche pizzeria ha fatto gli straordinari col take away. Qualche ristorante non ha potuto servire da mangiare perchè il personale ha preferito starsene alla larga da tetti e mura.
Nel palasport tensione quando, intorno alle tre, sono state avvertite nuove scosse. Qui sono stati smistati i senza-tetto che hanno anche bisogno di assistenza personale: anziani soprattutto, ma anche tanti immigrati. Intorno alle quattro qualcuno ha cominciato ad avvertire freddo, forse anche per la stanchezza. Tutti hanno continuato a chiedersi il perchè : «Qui non è mai successa una cosa del genere». Una dottoressa ha trascorso la notte rassicurando e parlando con tutti; una ragazzina con il suo cagnolino bianco ha atteso fino all'alba la mamma in turno da volontaria. Ah, i volontari. Un esercito silenzioso. Tutti hanno avuto paura nella notte tra sabato e domenica scorsa. Anche loro, ma non sono bastate cento e più scosse per fermarli. Riescono anche a sorridere versando l'ennesimo caffè caldo, tra un tremore della terra e l'altro.
Per quanto riguarda gli sfollati, «ai 4mila del Modenese - spiega - se ne aggiungono altri 350-400 della provincia di Ferrara, nei Comuni di Bondeno, San'Agostino e Mirabello. Questi sono già assistiti». In concreto, la prima notte in tenda, fa sapere Egidi, la passeranno «tre-quattro mila persone». Sul decreto di riforma della Protezione civile che afferma tra l'altro che in caso di catastrofi naturali non sarà più lo stato a pagare i danni ai cittadini, Egidi preferisce non commentare: «Il problema è delle istituzioni» ma aggiunge «certo, qui i danni sono enormi».
Ambulatorio pediatrico. La Croce Rossa italiana di Finale Emilia ha allestito un ambulatorio pediatrico per venire incontro alle esigenze delle decine e decine di mamme con bambini piccoli ospitati nelle varie tendopoli e nei centri di accoglienza allestiti in paese. L'ambulatorio è allestito nella struttura dove è stato insediato il comitato di gestione dell'emergenza presso la sede della Protezione civile e del Comando dei vigili del fuoco di Finale. «A parte il maltempo, la situazione si sta lentamente normalizzando - fanno sapere dalla Croce Rossa -. Durante la scorsa notte non abbiamo effettuato alcuno sgombero di persone, ma soltanto trasferimenti negli ospedali del territorio di sfollati colti da leggero malore, di invalidi con difficoltà a restare all'interno dei centri di accoglienza e di anziani con problemi cronici
Notte di paura per gli sfollati. Il maltempo e le temperature che a Modena e a Ferrara sono scese fino a 12 gradi non hanno aiutato gli sfollati e non aiuteranno gli uomini della Protezione civile, i Carabinieri, i vigili del fuoco e le altre forze dell'ordine che si stanno occupando incessantemente di mettere in sicurezza i cittadini nelle aree più colpite, allestendo tende, cucine da campo e punti di accoglienza.
Tra i paesi più in difficoltà ci sono Sant'Agostino, nel ferrarese, e Finale Emilia, piccolo Comune modenese il cui centro storico è stato letteralmente raso al suolo. Ma in tutta la campagna emiliana gli edifici più vecchi si sono sbriciolati, trasformandosi in cumuli di mattoni. La priorità ora è offrire un riparo, cibo, acqua e assistenza ai circa 3 mila sfollati che non possono tornare nelle loro abitazioni perchè crollate o dichiarate inagibili. Secondo i primi calcoli almeno 900 le persone che stanotte hanno dormito fuori casa.
Messi a disposizione tre alberghi. Circa 400 le persone residenti in alcuni comuni della Bassa modenese che hanno dormito in tre alberghi di Modena, grazie alla solidarietà e alla collaborazione della Feralberghi modenese. Molti quelli che nelle città hanno dormito in auto per strada, mossi anche dalla paura rinnovata dal cosiddetto sciame di assestamento.
Aiuti da tutte le regioni. «Nei comuni più colpiti, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Cavezzo e Camposanto, tutti in provincia di Modena, siamo intorno alle 4mila richieste di aiuto. Noi stiamo allestendo, in collaborazione con i primi aiuti che giungono dalle altre Regioni, circa 3mila posti letto in tende riscaldate, con servizi igienici e cucine, integrati con l'allestimento di altri centri d'accoglienza in strutture fisse» afferma al Messaggero il capo della Protezione civile in Emilia Romagna illustrando la situzione di emergenza della zona terremotata.
Hanno paura. Pochissimi hanno dormito nelle proprie case la scorsa notte a Finale Emilia, la cittadina in provincia di Modena dove poco più di 24 ore fa la terra ha tremato e ancora continua a farlo. È qui l'epicentro del sisma che ha scosso e continua a scuotere il Nord-Est.
I parchi, le aree pubbliche, le piazze sono spazi aperti dove le automobili sono diventate camera da letto, cuccia, riparo. Riuscire a prendere sonno è stato doloroso. «Come si fa a dormire mentre succede tutto questo», dicono i più. In paese, e per un raggio di circa 20 km, è tutto chiuso. Cenare è stato arduo per chi non ha voluto rimettere piede in casa. Qualche pizzeria ha fatto gli straordinari col take away. Qualche ristorante non ha potuto servire da mangiare perchè il personale ha preferito starsene alla larga da tetti e mura.
Nel palasport tensione quando, intorno alle tre, sono state avvertite nuove scosse. Qui sono stati smistati i senza-tetto che hanno anche bisogno di assistenza personale: anziani soprattutto, ma anche tanti immigrati. Intorno alle quattro qualcuno ha cominciato ad avvertire freddo, forse anche per la stanchezza. Tutti hanno continuato a chiedersi il perchè : «Qui non è mai successa una cosa del genere». Una dottoressa ha trascorso la notte rassicurando e parlando con tutti; una ragazzina con il suo cagnolino bianco ha atteso fino all'alba la mamma in turno da volontaria. Ah, i volontari. Un esercito silenzioso. Tutti hanno avuto paura nella notte tra sabato e domenica scorsa. Anche loro, ma non sono bastate cento e più scosse per fermarli. Riescono anche a sorridere versando l'ennesimo caffè caldo, tra un tremore della terra e l'altro.
Per quanto riguarda gli sfollati, «ai 4mila del Modenese - spiega - se ne aggiungono altri 350-400 della provincia di Ferrara, nei Comuni di Bondeno, San'Agostino e Mirabello. Questi sono già assistiti». In concreto, la prima notte in tenda, fa sapere Egidi, la passeranno «tre-quattro mila persone». Sul decreto di riforma della Protezione civile che afferma tra l'altro che in caso di catastrofi naturali non sarà più lo stato a pagare i danni ai cittadini, Egidi preferisce non commentare: «Il problema è delle istituzioni» ma aggiunge «certo, qui i danni sono enormi».
Ambulatorio pediatrico. La Croce Rossa italiana di Finale Emilia ha allestito un ambulatorio pediatrico per venire incontro alle esigenze delle decine e decine di mamme con bambini piccoli ospitati nelle varie tendopoli e nei centri di accoglienza allestiti in paese. L'ambulatorio è allestito nella struttura dove è stato insediato il comitato di gestione dell'emergenza presso la sede della Protezione civile e del Comando dei vigili del fuoco di Finale. «A parte il maltempo, la situazione si sta lentamente normalizzando - fanno sapere dalla Croce Rossa -. Durante la scorsa notte non abbiamo effettuato alcuno sgombero di persone, ma soltanto trasferimenti negli ospedali del territorio di sfollati colti da leggero malore, di invalidi con difficoltà a restare all'interno dei centri di accoglienza e di anziani con problemi cronici
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