sabato 12 marzo 2011
venerdì 11 marzo 2011
Terremoto in Cile, scossa di magnitudo 6,3 nel nord❤
WASHINGTON - Una scossa di terremoto di magnitudo 6,3 ha colpito il nord del Cile, secondo quanto riferisce l'Istituto americano di geofisica (Usgs). Il sisma è stato registrato a 60 chilometri a est di Arica, ad una profondità di 120 chilometri, ha indicato l'istituto americano.
Il sisma, che ha colpito alla frontiera con Bolivia e Perù, per l'Istituto sismologico cileno é stato di magnitudo 6,2. Non sono state finora registrate vittime. Testimoni nelle città di Iquique, Arica e Pozo Almonte - apparentemente abbastanza lontane dall'epicentro, ancora non localizzato con precisione - hanno riferito alla stampa locale delle scene di panico innescate dal sisma. Un anno fa, il 27 febbraio 2010, il centro del Cile fu colpito da un devastante terremoto seguito da maremoto che provocò migliaia di vittime.
Il sisma, che ha colpito alla frontiera con Bolivia e Perù, per l'Istituto sismologico cileno é stato di magnitudo 6,2. Non sono state finora registrate vittime. Testimoni nelle città di Iquique, Arica e Pozo Almonte - apparentemente abbastanza lontane dall'epicentro, ancora non localizzato con precisione - hanno riferito alla stampa locale delle scene di panico innescate dal sisma. Un anno fa, il 27 febbraio 2010, il centro del Cile fu colpito da un devastante terremoto seguito da maremoto che provocò migliaia di vittime.
Sisma in Giappone, l'asse terrestre si sposta di 10 centimetri ❤
La scossa sismica che ha colpito il Giappone avrebbe spostato l'asse terrestre di quasi 10 centimetri, secondo i risultati preliminari degli studi effettuati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. "L’impatto di questo evento sull’asse di rotazione - si legge in una nota dell’Ingv - è stato molto maggiore anche rispetto a quello del grande terremoto di Sumatra del 2004 e probabilmente secondo solo al terremoto del Cile del 1960". Confrontando la scossa con quella che ha distrutto L'Aquila nel 2009 "l’energia liberata dal sisma di oggi è stata di circa 30.000 volte maggiore", sottolinea il direttore dell'Ingv, Enzo Boschi. Le conseguenze in Italia sono state ugualmente devastanti perché il terremoto "è avvenuto sotto una città antica, con case costruite secoli fa e edifici moderni mal fatti, mentre in Giappone è avvenuto in mare e in un Paese che ha fatto dell’ingegneria antisismica il suo fiore all’occhiello".
L'area più sismica della Terra Il Giappone si trova nella cosiddetta Cintura di Fuoco una fascia che si estende per 40.000 chilometri che avvolge l’oceano Pacifico - dall’estremità meridionale del Sud America fino all’Alaska, arrivando fino alla penisola russa della Kamchatka e poi scendendo giù fino a toccare in pieno Giappone, Filippine, Indonesia fino alle isole Tonga - e nella quale si concentrano le scosse più violente e i vulcani più esplosivi del pianeta. "In tutta questa zona sono in gioco energie molto superiori rispetto a quelle possibili nel resto del pianeta", ha osservato il direttore del dipartimento di Scienze della Terra dell’università di Roma La Sapienza, Gabriele Scarascia Mugnozza, "Qui le placche oceaniche del Pacifico scorrono al di sotto delle placche continentali di Nord e Sud America, generando terremoti, vulcani e dando origine a catene montuosa dall’Alaska alla Terra del Fuoco".E' in questa zona, infatti, che si sono registrati i terremoti più violenti: quello di magnitudo 9,5 che ha colpito il Cile nel 1960, il sisma di magnitudo 9,2 avvenuto nel 1964 in Alaska e quello del 26 dicembre 2004 a Sumatra, di magnitudo 9,1. Anche i vulcani che si trovano in questa zona sono celebri per spaventose eruzioni, come il Krakatoa che nel 1883 ha provocato il boato più forte mai avvertito sulla Terra, il Monte Sant’Elena, sulla costa americana del Pacifico, che si è svegliato in modo violentissimo nel 1980 ed ha ispirato il film "Uragano di fuoco".
L'area più sismica della Terra Il Giappone si trova nella cosiddetta Cintura di Fuoco una fascia che si estende per 40.000 chilometri che avvolge l’oceano Pacifico - dall’estremità meridionale del Sud America fino all’Alaska, arrivando fino alla penisola russa della Kamchatka e poi scendendo giù fino a toccare in pieno Giappone, Filippine, Indonesia fino alle isole Tonga - e nella quale si concentrano le scosse più violente e i vulcani più esplosivi del pianeta. "In tutta questa zona sono in gioco energie molto superiori rispetto a quelle possibili nel resto del pianeta", ha osservato il direttore del dipartimento di Scienze della Terra dell’università di Roma La Sapienza, Gabriele Scarascia Mugnozza, "Qui le placche oceaniche del Pacifico scorrono al di sotto delle placche continentali di Nord e Sud America, generando terremoti, vulcani e dando origine a catene montuosa dall’Alaska alla Terra del Fuoco".E' in questa zona, infatti, che si sono registrati i terremoti più violenti: quello di magnitudo 9,5 che ha colpito il Cile nel 1960, il sisma di magnitudo 9,2 avvenuto nel 1964 in Alaska e quello del 26 dicembre 2004 a Sumatra, di magnitudo 9,1. Anche i vulcani che si trovano in questa zona sono celebri per spaventose eruzioni, come il Krakatoa che nel 1883 ha provocato il boato più forte mai avvertito sulla Terra, il Monte Sant’Elena, sulla costa americana del Pacifico, che si è svegliato in modo violentissimo nel 1980 ed ha ispirato il film "Uragano di fuoco".
Giappone: sisma, crolli e incendi Allerta tsunami in tutto il Pacifico ❤
Tokyo - Una scossa violentissima e superficiale. Numerosi i feriti nel Giappone nord-orientale, in particolare nella prefettura di Miyagi, ma anche a Tokyo, dopo il terremoto che ne ha investito le coste. Secondo il centro Usa di controllo geologico, il movimento tellurico ha raggiunto un’intensità di 8,9 gradi sulla scala Richter. Immediato l’allarme tsunami diramato dalle autorità giapponesi, che hanno messo in guardia sul pericolo di un’onda anomala alta diversi metri, anche fino a 10. Un allerta identico è stato ben presto esteso all’intero Oceano Pacifico: dalla Siberia e dalle isole Curili in Russia fino alle Hawaii, e a sud dalle Filippine a Papua-Nuova Guinea, passando per le Marianne e la Micronesia.
Il più forte degli ultimi 7 anni L’istituto geologico americano Usgs ha aggiornato a 8,9 la magnitudo per il violento sisma. Secondo lo stesso istituto, il violento terremoto ha avuto il suo epicentro in mare a 130 chilometri dalla costa e a una profondità di 24 chilometri. Una serie di scosse di assestamento hanno seguito il primo terremoto. Tra queste scosse anche una di magnitudo 7.4 verificatasi a 30 minuti dalla prima.
Il bilancio Sono almeno 50 i morti accertati in seguito al terremoto. Secondo i media locali tra le vittime ci sono un uomo di 67 anni, travolto dal crollo di un muro, e un’anziana sulla quale è piombato il tetto di casa. Tre le persone rimaste uccise nella prefettura di Ibaraki, in tutti i casi per il cedimento strutturale delle rispetive abitazioni. Si è trattato del peggiore sisma avvertito nel Paese asiatico da centoquarant’anni.
Emergenza nucleare Fumo è stato segnalato alzarsi dalla struttura che ospita una turbina di una delle centrali nucleari presenti nella prefettura di Miyagi, la più colpita dal sisma. Il premier nipponico Naoto Kan ha comunicato che le centrali nucleari "si sono fermate automaticamente" e che "non ci sono notizie di fughe di radiazioni". Anche l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha fatto sapere che le quattro centrali che si trovano nelle zone più colpite dal sisma si "sono fermate in tutta sicurezza". Ma in seguito il governo ha deciso di dichiarare una situazione di emergenza sull’energia nucleare. La misura è stata decisa perché risulta un'avaria nel sistema di raffreddamento. Chiesta l’evacuazione di 2mila residenti vicino alla centrale nucleare di Fukushima. Spento, invece, l’incendio che era divampato in un’altra centrale, quella di Onagawa.
Tsunami sulle coste Uno tsunami di 4 metri ha ben presto colpito il litorale settentrionale dell’isola di Honshu, la principale dell’arcipelago giapponese. E un'onda di 7,30 metri è stata registrata a Soma, nella prefettura di Fukushima. E uno tsunami di 10 metri ha raggiunto la città di Sendai, mentre nella prefettura di Aomori, più a nord sempre nell’isola di Honshu, si sarebbero avuto onde addirittura più alte. Trenta minuti dopo la scossa di terremoto a Tokyo gli edifici continuavano a oscillare e le reti di telefoni cellulari non funzionavano. Oltre 4 milioni di famiglie sono ancora senza luce. L’antenna in cima alla Tokyo Tower, il simbolo della capitale nipponica e della ricostruzione post-bellica, si è piegata a causa delle scosse di terremoto. Nella capitale è stato chiuso l’aeroporto internazionale di Narita, i grattacieli hanno oscillato violentemente, scatenando il panico tra la popolazione, mentre almeno sei focolai d’incendio sono divampati in porto. Lesioni a causa del crollo di un tetto hanno riportato molte persone che stavano partecipando a una cerimonia di laurea. A Miyagi, capoluogo dell’omonima prefettura, l’acqua dal mare si è riversata all’improvviso nelle strade, trascinando via con sé auto e cartelloni pubblicitari. Il porto si è riempito di carcasse di veicoli. Gli esperti hanno ammonito che sismi di tale potenza diventano ancora più pericolosi con il passare delle ore, perché è soprattuto dopo un certo periodo di tempo che lo tsunami, alimentandosi della propria stessa forza, è in grado di assumere dimensioni particolarmente estese.
Una nave e un treno spazzati via Lo tsunami ha letteralmente spazzato via una nave passeggeri con a bordo un centinaio di persone: lo ha reso noto l’agenzia di stampa nipponica Kyodo. Le onde sismiche hanno provocato la formazione di onde anomale alte dai 4 ai 10 metri. E un treno in servizio sull’area costiera della prefettura di Miyagi risulta disperso dopo il passaggio del violento tsunami a seguito del sisma. Lo riferisce la polizia secondo cui al momento non è noto il numero dei passeggeri che si trovavano a bordo del convoglio. Il treno, al momento della prima scossa di magnitudo 8,8, era in servizio sulla linea che connette le città di Sendai e Ishinomaki.
Allerta in altri 20 Paesi Sono almeno 20 i Paesi nei quali è stato lanciato l’allarme tsunami a seguito del potente terremoto che ha colpito il Giappone. Numerose anche le isole del Pacifico interessate. L’allarme è stato finora lanciato per la costa occidentale del Canada e per tutta la costa del Pacifico degli Stati Uniti. Il centro per gli allarmi tsunami del Pacifico, con sede alle Hawaii, ha allertato anche il Messico, la Colombia, l’Ecuador, il Perù e il Cile. Tra i Paesi interessati dall’allarme o nei quali è stato innalzato il livello di attenzione compaiono la Russia, le Filippine, l’Indonesia, Taiwan, Papua Nuova Guinea, le Isole Fiji e Tonga.
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