Adrian Appiolaza propone una rilettura attuale degli elementi caratterizzanti della maison Moschino per la resort 25, la borsa da lavoro a forma di cuore, camicie allungate e shorts, trench e abiti gessati, maglioni con oblò racchiusi in colletti, pantaloni e camicie over tempestati di bottoni, camicie sovrapposte da giacche in trompe l’oeil. Un po’ di surrealismo, quindi, non guasta, un viaggio per trovare una nuova prospettiva della vita, per scoprire una visione alla Moschino del mondo. In sostanza, libertà di espressione, attraverso proprio ai vestiti. Ma che cosa si può fare oggi perché questo racconto non diventi una re edition dei racconti già storicizzati di Franco Moschino, ecco che Appiolaza sembra avere trova la formula della citazione che non è una didascalica e immette l’escamotage degli aspetti e dei vestiti condivisi. In questa collezione ci sono i simboli storci, e ricordi dagli archivi di Moschino in uno scambio continuo con l'ethos di Franco. Ci sono le stampe degli anni Novanta reinterpretate, rielaborate e amate di nuovo. Le margherite, i palloni da calcio, le macchie di sugo lasciate da una pizza e la bandiera italiana. Trench coat attorcigliati, vestiti lingerie, in un evidente assemblage dei capi storici che costruisce i capi di questa stagione. Il cui simbolo si raccoglie nella riedizione della Survival Jacket del 1992, per sopravvivere alla giugla urbana, con mille tasche per contenere passaporti, carte di credito e oggetti di uso quotidiano, e pigiami ricoperti da mille bottoni un modo che Appiolaza utilizza per auto dichiararsi suo erede.
Un Bacio Fatato
Vi aspetto al mio prossimo piccolo incantesimo
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