La sfilata spring 25 Valentino in passerella Michele ha portato il massimalismo iper decorato, l’orientalismo, accenni bohémienne, romanticismo con un approccio più simile alla couture che al prêt à porter, una collezione ricchissima, in termini di look quanto di dettagli di minuziosa artigianalità e manifatturiera. Forse fin troppo ricca, per la maison Valentino, oseremmo dire ridondante, premesso che il lavoro fatto sia stato di altissima qualità e dedizione, il risultato di tutto la sfilata risulta pesante e decisamente anacronistico con la contemporaneità. Tra pellicce che ornano borse e abiti, piume, balze, un tripudio di paillettes e tanto pizzo come i collant, abiti scivolati, giacche intarsiate e tubini di broccato. I fiocchi fanno da filo conduttore della sfilata, dove non poteva mancare il simbolo per eccellenza della Maison, il rosso. Stole chilometriche da portare a spalla e cappelli a cloche ma con la falda larga, un classico di Michele che più volte li sfoggia in prima persona, borse che richiamano da vicino le forme dei classici di Gucci, oppure massimaliste con borchie e frange. Lusso, opulenza, e un aura vintage. E' tutto talmente esagerato e scintillante che non sappiamo per certo dove guardare, se ai fiocchi,i turbanti e le velette, i guanti trasparenti, le collane di perle e i look genderless, o le fantasie. Serve tempo per elaborare, di certo Alessandro Michele, ancora una volta, lui che crea uno spettacolo inedito.
Un Bacio Fatato
Vi aspetto al mio prossimo piccolo incantesimo
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