Frédéric Sanchez ha dato il tono prima che un singolo look apparisse in passerella, descrivendo la colonna sonora da lui sviluppata con Silvia Venturini Fendi come una Passeggiata psichedelica. Si è rivelata la cornice perfetta per una collezione che prospera su collisioni e sovrapposizioni. La stessa Venturini Fendi ha evitato le definizioni, preferendo lasciare che i capi parlassero come una molteplicità di pensieri, contraddittori ma coesistenti in un insieme deliberatamente caleidoscopico. Uno dei filoni dominanti è stata l'elevazione dell'abbigliamento sportivo a un territorio rarefatto. Le tute sono riapparse non in nylon o jersey, ma in lana sartoriale e organza trasparente per le donne, con cerniere rifinite in seta. Coulisse con pratici fermacorda passano attraverso gonne e abiti con scollo all'americana costruiti con livelli irregolari di pieghe, conferendo movimento e tensione. Le giacche sartoriali sono punteggiate da bottoni visibili, mentre le tasche applicate emigrano inaspettatamente sulla parte bassa della schiena. Questo continuo rimescolamento di funzione e forma mantiene l'occhio in movimento, sottolineando l'approccio giocoso di Fendi all'utilità. Il colore è stato trattato con altrettanta audacia. Venturini Fendi ha parlato di sfumature, e in effetti la palette ha oscillato tra gradazioni tonali di una singola tonalità e abbinamenti sorprendenti, a volte stridenti. I motivi pulsano di energia, in particolare nelle borse pixelate disegnate con Marc Newson che riecheggiano la scenografia della sfilata. Motivi floreali tridimensionali, soprannominati fiori fritti per la loro somiglianza a uova all'occhio di bue, spuntano su abiti e accessori, con i loro dischi simili a pistilli che conferiscono un tocco vagamente surreale. Gli accessori hanno ampliato questa eccentricità: baguette realizzate in maglia a trecce, borse Peekaboo foderate di paillettes e lasciate volutamente socchiuse, e pochette con manici di perline, tutti hanno sfumato il confine tra funzione e ornamento. I tessuti hanno portato ulteriori sperimentazioni. Il pizzo è stato amplificato attraverso la sovrastampa, mentre i fiori sono stati tagliati direttamente nell'organza e persino nella pelliccia, conferendo un'immediatezza tattile a motivi solitamente confinati alla decorazione superficiale. Il casting ha rafforzato l'eclettismo della collezione, attingendo a più generazioni. Il risultato è stato davvero un susseguirsi di idee, a volte cacofoniche, a volte rivelatrici. Al suo meglio, la collezione ha bilanciato artigianalità ed eccentricità con un umorismo surreale che si percepisce chiaramente in Fendi. A tratti, l'abbondanza di fili rischia di sopraffare la coerenza, eppure il vibrante contrasto sembrava proprio il punto: un'accettazione della molteplicità a discapito della purezza, della moda come terreno in cui le contraddizioni possono non solo coesistere, ma anche prosperare.
Un Bacio Fatato
Vi aspetto al mio prossimo piccolo incantesimo
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