Il parcheggio sotterraneo dell'XI arrondissement di Parigi ha dato il tono a un debutto crudo e cinematografico da Mugler, dove Miguel Castro Freitas ha presentato la sua prima collezione come direttore creativo. Una collezione che fonde le leggendarie silhouette di Mugler con un tocco contemporaneo, bilanciando la precisione sartoriale con tocchi teatrali. La collezione affonda le sue radici nella forma a clessidra, simbolo della maison, realizzata con rigore e precisione in lana double face e raso. Giacche e abiti in toni tenui di grigio cemento e beige cipria richiamano i cosmetici di metà secolo, mentre la vita scolpita e le spalle ampie sottolineano il dominio indelebile di Mugler sulle forme femminili. L'artigianato ornamentale torna con intensità: corpetti gioiello a forma di lampadari, privati di glitter per ottenere una raffinatezza opaca, e capi carichi di piume che trasformano cappotti e giacche in forme ibride, metà couture, metà creature mitologiche. Freitas bilancia la tradizione con le sue affinità. I tailleur aderenti sono impreziositi da gonne ricoperte di piume, mentre cappotti e abiti in vernice nera accentuano il punto vita in proporzioni quasi architettoniche. Un abito in pelle nera di grande impatto presenta un motivo scultoreo a rosetta sul décolleté, con la scollatura che si allontana dal corpo come un ornamento barocco reinterpretato attraverso una geometria moderna. Altrove, tailleur pantalone dorati con guanti incorporati e ricami a stelle celesti su abiti trasparenti proiettano un glamour destinato ai red carpet. Ciò che ha distinto questo debutto è stato il dialogo tra il glamour va voom di Mugler e il rigore più freddo della decostruzione anni '90, un ponte tra la fantasia hollywoodiana e il minimalismo belga. La precisione sartoriale ha garantito chiarezza, mentre gli abbellimenti teatrali hanno garantito impatto. Eppure, sotto la spettacolarità, si intravedono sprazzi di raffinatezza che suggeriscono una strada da seguire: una sartorialità che potesse andare oltre il dramma concettuale per raggiungere l'esaltazione quotidiana. La sfilata Spring 26 di Mugler ha segnato l'arrivo di uno stilista profondamente consapevole sia della tradizione che della reinvenzione. Il primo passo di Freitas è stato audace, suggestivo e senza paura dello spettacolo, ma la sua promessa più risonante risiede nella forza silenziosa di tagli e costruzioni. Le stagioni future potrebbero vederlo temperare i grandi gesti con un'eleganza più pragmatica, ma per ora, il suo debutto ha gettato le basi per un nuovo capitolo in cui il passato e il presente di Mugler si scontrano con energia sicura.
Un Bacio Fatato
Vi aspetto al mio prossimo piccolo incantesimo
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