A vent'anni dalla direzione della sua omonima casa di moda, Erdem Moralıoğlu sembra intenzionato a dimostrare che raffinatezza ed eccentricità possono coesistere. La collezione Spring 26 è stata presentata come un'elegante meditazione sulla molteplicità, con lo stilista che si è ispirato a Hélène Smith, la medium svizzera di fine Ottocento che affermava di aver vissuto tre vite passate. I suoi scritti surreali e i suoi disegni automatici sono apparsi come delicati ricami su cappotti e gonne, offrendo una silenziosa provocazione nell'universo altrimenti preciso di Erdem. Non si è trattato di uno sfogo massimalista, ma piuttosto di un'espansione ponderata del linguaggio della maison. Il look di apertura un cappotto in duchesse di raso chartreuse foderato con schizzi di fili intrecciati, sembra un sussurro di qualcosa di inquietante, che stabilisce un tono che rimane composto anche nei suoi momenti più giocosi. Blazer sartoriali sono abbinati a pantaloni bianchi arricciati e increspati che fluttuano leggeri, come se levitassero sulla passerella. La corsetteria emerge in forme scultoree, con corpetti e fianchi a panier che richiamano le forme degli abiti, un sottile cenno al costante interesse dello stilista per i processi e la costruzione. I motivi floreali distintivi sono stati reinterpretati in tonalità contrastanti broccati oversize sovrapposti a microricami creando un dialogo tra epoche e identità. Una vestaglia verde muschio stretta da una cintura sottile, indossata con ballerine in raso rosso rubino, aveva l'intimità di un abito da boudoir ma è interpretata come un completo street ready. Camicette trasparenti con colletti a balze esagerati e gonne a pieghe aggiungono un tocco vittoriano, ma evitavano la rigidità, grazie alla leggerezza del tessuto e alla precisione dei movimenti. Tuttavia, a tratti, la raffinatezza rischia di soffocare l'eccentricità voluta. Alcuni look in particolare una serie di abiti da sera color avorio con ricami minimali, sembrano troppo sicuri, abbandonandosi alla comfort zone di Erdem anziché esplorare appieno il potenziale giocoso promesso dal concept. A tratti, la collezione sembrava trattenersi proprio quando avrebbe potuto abbracciare uno spirito più radicale, soprattutto date le sfumature surrealiste dell'ispirazione. Tuttavia, la collezione Spring 26 ha confermato la capacità di Moralıoğlu di evolversi senza abbandonare l'essenza della sua maison. Una collezione sicura e matura, che ha offerto un guardaroba per donne che desiderano la raffinatezza ma non temono la sottile estraneità: un elegante promemoria che la trasformazione può avvenire in silenzio, con una mano guantata e un sussurro, piuttosto che con un grido.
Un Bacio Fatato
Vi aspetto al mio prossimo piccolo incantesimo
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